Psicologia del turismo
ELEMENTI COMPORTAMENTALI IN SITUAZIONI
DI PERICOLO.
dr Fabrizio
Cortigiani psicologo e ricercatore in psicologia criminale presso The
Yorker Int. L University
Senza avere la pretesa di voler scrivere "Il manuale salvagente per il
turista indifeso", cosa peraltro assurda e patetica, sembra opportuno favorire
una riflessione su alcuni semplici comportamenti, forse anche scontati,
ma non per questo banali, la cui applicazione potrebbe prevenire, fosse
anche solo parzialmente la manifestazione di eventi incresciosi e dannosi.
Valutiamo adesso alcune situazioni tipo.
Camminando per strada, ad esempio, è bene controllare sempre
cosa accade intorno a noi, considerare se siamo oggetto di particolare
interesse da parte di "occhi indiscreti", evitare di tenere il bordo del
marciapiede con la borsa sul lato strada. Se possibile, sostituire alla
borsa un marsupio con fibbia passante che non si riesca a sganciare rapidamente;
non fidarsi di chi ci ferma con qualche scusa, specialmente se questa diventa
insistente; annotare eventuali numeri di targa di veicoli che seguono lentamente
quasi a passo d’uomo. Se vengono notate persone sospette, eventuali scippatori,
cambiare strada, entrare in un locale pubblico, cercare di non essere mai
soli in luoghi oscuri, specie se considerati zone a rischio; fare attenzione
a chi urta o spinge; evitare di passeggiare con gioielli, orologi di valore
e altri oggetti preziosi (ciò che luccica, anche se di insignificante
valore, gioca molto sulla fantasia del malintenzionato).
Altra situazione da tenere sotto controllo è la vita nei locali
notturni e nelle discoteche. Da sempre la vita notturna ha interessato
giovani e non, grazie a quel suo fascino un po’ ambiguo, alternativo e
trasgressivo, che raccoglie nell’immaginario collettivo tutto ciò
che non si può fare alla luce del sole.
E’ chiaro che cambia più la coreografia che la sostanza, ma
l’uomo è fatto di piccole e grandi illusioni, che ne possono condizionare
il comportamento.
Le abitudini stesse determinano la necessità di evadere dalla
solita routine.
Così, dopo una giornata di lavoro c’è chi ha la necessità
di andare a sfogarsi in discoteca, ma anche dopo una bella gita su un catamarano,
nelle limpide acque caraibiche o delle Mauritius, "quasi snervati dalla
paradisiaca giornata", vi è il desiderio di andare a bere in un
pub o di andare a "vivere" ancora una volta in discoteca.
Ecco che i soliti freni inibitori, aguzzini della giornata "normale",
possono venire meno: uno sguardo insistente o un commento eccessivo indirizzato
all’altrui ragazza, un urto, una spallata, un bicchiere rovesciato anche
involontariamente, un sorriso ironico, "una lei" che per verificare la
gelosia del proprio ragazzo si inventa di essere stata molestata; inutile
raccomandare di non bere in bicchieri lasciati incustoditi, o indossare
abiti eccessivamente provocanti (i possibili stupratori, specie quelli
occasionali ed in particolare se si trovano sotto l’effetto di alcool o
droghe, magari in clima di vacanza, possono essere persone normalissime
che nella normalità della loro esistenza non farebbero mai cose
del genere); altro elemento da non sottovalutare è l’arroganza di
chi si sente "il guerriero della notte" per sfogare le proprie frustrazioni,
sotto forma di atteggiamenti che possono far degenerare una lieta serata
in un serio e antipatico evento di violenza fine a sé stessa.
In treno, in autobus o in auto, valgono le stesse misure di sicurezza
di quando si cammina per la strada: un’occhiata in più, una veloce
perlustrazione intorno al proprio mezzo, osservare se ci sono elementi
sospetti in giro non costituisce affatto un sintomo di mania di persecuzione.
Un po’ di prudenza, accompagnata al buon senso e all’intelligenza permettono
di gustarsi veramente una bella vacanza senza doversi sentire dei frustrati
solo perché non siamo entrati nel "ghetto" di qualche zona "calda".
Purtroppo, non sempre, l’intervento della polizia è immediato e
risolutivo. E in ogni caso, meglio prevenire che reprimere.
E’ consigliabile dunque evitare di cadere nella trappola di coloro
che vogliono solo vedere "colare il sangue dalla bocca": non sono soggetti
leali e considerando la loro aggressività patologica, nella realtà
amano avvalersi di strumenti subdoli come il pugno di ferro, coltelli a
scatto, manganelli estraibili.
Saper prevenire non sempre è risolutivo, ma spesso allontana
i guai; non ostinarsi a frequentare per forza quel determinato posto non
è assolutamente indice di debolezza, ma di buon senso. Ricordiamoci
che lo scopo per il quale decidiamo di andare in certi locali è
e deve rimanere solo lo svago e il giusto divertimento.
Spesso si incontrano persone che per aver fatto un po' arti marziali
o un corso di difesa personale cadono nell’illusione di sentirsi dei Rambo:
attenzione! La professionalità nella sicurezza non si basa mai sulla
conoscenza di qualche tecnica o di qualche gara vinta. L’approccio psicologico
emotivo-razionale sta alla base di qualunque tipo di preparazione fisica.
La difesa migliore è quella che permette di non creare guai.
Ricordiamo ancora la differenza fra il viaggiatore con fini più
o meno professionali e il classico turista in vacanza.
Il primo è comunque una persona ben documentata sugli usi e
sulle abitudini delle comunità locali; è un professionista
e da tale si comporta. Il secondo è una persona che può o
non può essere sufficientemente informata. Le informazioni sono
tante, a volte corrette, altre enfatizzate dalle emozioni pregresse proprie
ed altrui.
La presente informativa ha lo scopo di sensibilizzare il lettore soprattutto
sull’approccio psicologico di una corretta pedagogia ed etica del turismo,
che deve essere vissuto come un’esperienza di riposo, di divertimento,
di accrescimento culturale, bella da ricordare e da raccontare.
Una maggiore attenzione alle più semplici norme di comportamento,
suggerite peraltro anche dagli enti del turismo e dalle agenzie di viaggi,
contribuiscono senza dubbio a rendere più significativa ed indimenticabile
la tanto desiderata vacanza prima di ritornare ai necessari impegni quotidiani.
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