IL RAID SULLE MINE "Noi garantiamo un'accurata preparazione del viaggio"

di A. Pereira         



Convenzione di Bruxelles
del 23-9-1970 n°1084

Articolo 15. L'agenzia è responsabile di qualsiasi pregiudizio causato al viaggiatore al motivo dell'inadempimento totale o parziale di questi servizi.




"NOI GARANTIAMO UN'ACCURATA DOCUMENTAZIONE E PREPARAZIONE DEL VIAGGIO"
(Avventure nel Mondo)

Circa 15 giorni prima della partenza, Viaggi nel Mondo invia a tutti i partecipanti una circolare dove si afferma che il raid è stato "predisposto e preorganizzato attraverso i nostri corrispondenti algerini e nigerini, nonché avvalendoci di amici che da poco hanno iniziato ad operare raid da N'Djamena al Tibesti".


L'accurata organizzazione è stata tale che:

  • Il lavoro di predisposizione e organizzazione svolto dal corrispondente algerino, Sig. Khirani, è stato esclusivamente procurare i permessi provvisori di transito da richiedere presso l'Ufficio del Turismo del Ciad. Il banale espletamento di queste formalità burocratiche è certamente lontano dal potersi definire un'accurata preparazione del viaggio, che nel caso di un raid richiede un'attenta analisi dell'itinerario e della logistica, cosa invece completamente disattesa. Durante lo svolgimento del raid, l'attività organizzativa si è manifestata in tutta la sua cialtroneria quando è emerso che il Sig. Khirani non aveva neppure richiesto tutti i permessi necessari.

  • Il giorno dopo l'incidente e la morte della ragazza finlandese, raggiunta Zouar i partecipanti apprendono dai militari locali che tutta la zona del Tibesti è ad alto rischio di mine, il fatto è (logicamente) risaputo, ed è assolutamente necessario mantenersi dentro le tracce della pista.

  • Il Tibesti era lo scopo stesso del viaggio ("Cuore di questa avventura è il Tibesti, […]. A questo [il Tibesti] è finalizzato questo viaggio - Circolare di V.n.M.") ma non era possibile inoltrarvisi.

  • Sempre dai militari apprendono che è indispensabile essere accompagnati da una guida, e solo le guide di Zouar conoscono le zone minate. (Vista la gravità della situazione, la guida venne offerta dal capo del villaggio).

  • Già nel fax inviato da Sergio Scarpa a Kulczycki in ottobre, c'era la raccomandazione di rivolgersi ad una guida di Zouar. Guida da far venire a Seguedine, dove avrebbe guidato la carovana da Seguedine fino a Zouar.

  • Per risparmiare, la guida viene invece ingaggiata direttamente a Seguedine, quindi una persona non pratica di Zouar che è l'area minata. I tragici fatti successivi confermeranno la fondatezza della raccomandazione di S. Scarpa.

  • Dal viceconsole italiano in Ciad Dr. Castaldini, al quale va un ringraziamento particolare per il fattivo contributo che ha reso possibile un celere rientro in Italia della salma e del ferito, due partecipanti al raid apprendono che:


      1) - le autorità francesi locali hanno definito il comportamento dell'agenzia Viaggi nel Mondo "oltremodo censurabile" [eufemismo del redattore];
      2) - le autorità militari francesi e ciadiane riferiscono che a causa dell'invasione del Ciad da parte della Libia la maggioranza delle piste è a tutt'oggi ancora minata. Tra queste le piste Seguedine-Zouar, Zouar-Bardai e Zouar-Faya risultano assolutamente impraticabili. La cosa è ampiamente risaputa;
      3) - il viceconsole italiano a N'Djamena non era stato informato dell'arrivo di 40 turisti italiani e affermava che eventuali tour devono partire dalla capitale N'Djamena (cosa non avvenuta), occorre avvisare i militari ad ogni passaggio nei villaggi (cosa non avvenuta), occorre mantenersi in contatto radio con le autorità e con lui che dispone di una potente radio (cosa non avvenuta);
      4) - le guide ciadiane accompagnatrici devono essere autorizzate dai militari che ne attestano la competenza.

  • Qualche giorno dopo il rientro in Italia, due partecipanti al raid contattano l'agenzia "Spazi d'avventura" di Milano, un apprezzato tour operator italiano che organizza viaggi in Africa anche nella regione del Tibesti. Da uno dei responsabili dell'agenzia, apprendono (e vengono autorizzati a riferire) che: "Ci risulta che la pista Seguedine-Zouar non è più trafficata da molti anni perché minata dal punto Carrefour de Paris verso Zouar (il tratto dove è avvenuto l'incidente - N.d.R.). Mine posizionate durante la guerra tra Libia e Ciad". Sta di fatto che questa agenzia già un anno prima della disgrazia proponeva un itinerario che lungo il tragitto Seguedine-Zouar evita la zona minata aggirandola con un lungo fuoripista. Viaggi nel Mondo non ha provveduto a contattare questa agenzia (sicuramente tra le più apprezzate per questi raid) nonostante ne conoscesse il prestigio e l'esperienza.



In cosa si concretizza quindi la "ACCURATA DOCUMENTAZIONE E PREPARAZIONE DEL VIAGGIO"? Che cosa aveva dunque "predisposto e preorganizzato" l'agenzia? Con quale criterio l'agenzia sceglie i propri corrispondenti esteri mentre garantisce un'accurata preparazione del viaggio?


Katy




L'Unità – 4 gen 1994

"Prima di far partire la comitiva, - assicura Paolo Nugari, direttore di Viaggi nel Mondo – abbiamo mandato un nostro emissario in Ciad a N'Djamena per ottenere, come infatti è avvenuto, visti, permessi e indicazioni sulle piste da seguire."