"Il gruppo è un terreno particolarmente
fertile per la diffusione di ansie paranoidi; ne deriva che in contesto
gruppale e in carenza di educazione sentimentale la modalità patologica
di elaborazione del conflitto è quella più praticata. La
guerra risulta essere quindi la soluzione più facile; la cooperazione
tra i membri non è infatti un fenomeno naturale, va inventata e
richiede abilità relazionali, cognitive ed emotive. Lo sviluppo
di queste abilità è frutto di apprendimento e dice del grado
di civiltà che una certa cultura è stata in grado di costruirsi.
Questo tipo di apprendimento è particolarmente difficile perché
il gruppo sopporta meno dell’individuo le ansie depressive associate alla
complessità della realtà. (Id.). Più il gruppo è
esteso e più i suoi membri sono senza competenze di fronte all'emergere
di dinamiche gruppali, più i comportamenti saranno regressivi."
(RIFLESSIONI SULLA CONFLITTUALITÀ NELLA TEORIA PSICOSOCIOANALITICA.)
Stefano Monte
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Cara Maria,
nei lontani anni 70 un mio carissimo amico di inequivocabile matrice democratica
[…] affrontò la sua prima esperienza di coordinatore certo di potere
applicare una sana politica di autogestione
in corso di viaggio. Fu un vero disastro e non certo per sua colpa
ma per l'incapacità del gruppo di mediare in qualche modo
le esigenze di tutti. [...]
Vittorio
("Dialoghi",
Avventure nel Mondo, n. 6 1995)
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Confesso che quando ricevo il
giornalino di A.n.M. la prima cosa che faccio ancora oggi e che facevo
anche prima era quella di scorrere tutte le fotografie dei vari gruppi
ed osservare i partecipanti. Mi sono sempre un po’ colpevolizzata perché
le osservazioni estetiche sul sesso opposto (che carino quello oppure che
orrore etcc..) e sul mio stesso genere (altrettanto taglienti…), mi sembravano
frivole e tutto sommato poco serie per una viaggiatrice “impegnata” quale
mi ritengo. Mi sono poi accorta di essere un po’ ipocrita perché
la stragrande maggioranza dei miei compagni di viaggio (maschi e femmine)
si comportavano proprio come me! Ho saputo che molti/e, prima del viaggio
telefonavano al coordinatore/ice per avere informazioni sul numero dei
partecipanti, il loro sesso, l’età e poi magari sulla cassa comune!
Sull’onda di queste ed altre riflessioni sulle mie esperienze di viaggio
con AnM, stimolata da alcune recenti letture psico-sociologiche, ho quindi
deciso di scrivere il mio pensiero sulla psicologia e sulle dinamiche dei
gruppi di AnM. Ma cos’è un gruppo? E’ un aggregato di persone che
stabiliscono collegamenti o relazioni tra loro in funzione di un’interesse
od un’ideologia comune che sono peculiari a quel gruppo distinguendosi
dagli altri (gruppi). In un gruppo ogni individuo influenza l’altro e viceversa,
nascono quindi relazioni interdipendenti ma anche (attenzione!) relazioni
di dipendenza. Un gruppo di viaggio di AnM, a differenza di altri
gruppi sociali (per es. la famiglia stessa, un partito, il vicinato, il
club sportivo etc.) ha un obiettivo limitato e circoscritto nel tempo e
nello spazio, ossia quello di fare “quel viaggio”. Detto così sembra
banale ma ne discendono grandi conseguenze. La più importante (i
cui effetti ho constatato direttamente) è che una persona assolutamente
sconosciuta alle altre, sapendo della temporaneità della situazione
e formalmente in posizione paritaria rispetto a tutti gli altri, si sente
meno costretta da vincoli sociali o da critiche del gruppo sociale a cui
appartiene stabilmente (ambito lavorativo, club sportivo, etc..) e quindi
tende ad allentare le inibizioni del suo comportamento sociale normale.
Può sembrare un fatto positivo ma in effetti non lo è. Infatti
il risultato può rendere magari una
persona più sessualmente disponibile ma in caso di una personalità
nevrotica o infantile ciò determinerà il libero fluire di
pulsioni varie con effetti negativi sul gruppo.In altre parole ci si libera
senza troppe remore delle proprie pulsioni ansiose, aggressive, ossessive
o altro proprio perchè tanto alla fine del viaggio ognuno riprende
la sua strada.
Ecco quindi delinearsi un’altra caratteristica
strutturale dei gruppi di AnM, ossia la conflittualità. Il fenomeno
della conflittualità , che è intrinseco a tutti i gruppi
umani, è qui amplificato dalla modalità stessa di gestione
del viaggio (la cosiddetta AUTOGESTIONE), i motivi di scontro sono quasi
sempre gli stessi la cassa comune, la scelta di questo o quello, la riduzione
o l’ampliamento dell’itinerario, i pasti etc. Fattori aggravanti della
conflittualità sono le differenze culturali fra i partecipanti,
le diverse aspettative, la mancanza appunto di legami o relazioni preesistenti
tra i partecipanti, la mancanza di un capo formalmente ed ufficialmente
nominato dall’agenzia. Non esiste infatti una “guida professionale” ma
un semplice coordinatore-partecipante che deve negoziare continuamente (se ne è
capace) la sua autorevolezza per orientare, mediare, dirimere conflitti.
Se quindi il gruppo non ha questo leader
dalle eccellenti e multiformi qualità, ecco l’esplodere della
conflittualità permanente che porta alla spesso alla suddivisione
del gruppo in sottogruppi. Tipica è la contrapposizione tra “spendaccioni”
e “risparmiatori all’osso” oppure il prevalere dell’uno e dell’altro. Il
coordinatore si sente fortemente giudicato dall’organizzazione (e sa che
da ciò può dipendere l’assegnazione del prossimo viaggio)
da quanto saprà risparmiare sulla cassa comune e tenderà
quindi a scelte economicamente restrittive anche senza un reale bisogno
( qual è il senso di risparmiare qualche euro tra una sistemazione
indecorosa ed una passabile?). Un fattore di grossa conflittualità
è lo stress ambientale, viaggiare per ore in pulmini, treni affollati,
autobus pubblici camion o quant’altro disponibile nelle classiche
destinazioni AnM (Africa, Sudamerica, Asia), dormire poco o in posti
disagevoli o sporchi, essere sottoposti a freddo o caldo, etc. sottrae
energia ed influenza negativamente la psiche quindi aumento della litigiosità.
C’è un altro aspetto da non sottovalutare nella dinamica dei gruppi
AnM ossia quando l’essere umano agisce in stretto contatto con gli altri
membri del gruppo, egli è sottoposto a varie pressioni esercitate
dal gruppo nel senso del conformismo, perche’ giudichi, creda, agisca in
accordo col giudizio, con l’opinione e con l’azione del gruppo. il conformismo
e’ il cedimento alle pressioni del gruppo. Perche’ vi sia conformismo deve
esserci conflitto. conflitto tra le forze dell’individuo, che tendono a
condurlo ad agire, credere e valutare in un modo, e le pressioni provenienti
dalla societa’ o dal gruppo, che tendono a condurlo in direzione diversa.
Non e’ necessario che le pressioni del gruppo siano esplicite, cioe’ non
occorre che il gruppo minacci e costringa apertamente l’individuo. Le pressioni
possono essere implicite; cioe’, la semplice esistenza di un giudizio o
azione del gruppo, che l’individuo percepisce come diversa dalla propria,
puo’ esercitare delle pressioni su di lui, pressioni che nascono dal timore
di aver torto, di essere "fuori strada" rispetto al gruppo, ecc. Quando
ad un individuo si chiede un giudizio - davanti ad un gruppo - su qualche
problema particolare, e quando la sua convinzione personale sull’argomento
e’ diversa dai giudizi espressi da tutti gli altri membri del gruppo, egli
si trova in una situazione di conflitto e gli rimangono aperte due possibilita’
di azione: puo’ confermare il suo diverso giudizio, restando indipendente
dal consenso del gruppo, oppure puo’ proclamare il suo accordo col giudizio
del gruppo, reprimendo il suo giudizio. Le pressioni al conformismo prendono
spesso anche la forma di inibizioni o prevenzioni dell’azione sia diretta
che indiretta, le pressioni nel senso del conformismo possono condurre
l’individuo a rifiutare di impegnarsi su un problema, oppure evitare di
esprimersi, o di esprimere una opinione. In molte circostanze di viaggio,
cio’ puo’ essere la forma piu’ insidiosa e piu’ dannosa di comportamento
conformista, perche’ l’individuo finisce di cedere anche su fatti che determinano
la sicurezza del viaggio, ossia se un gruppo è manifestamente inconsapevole
o incurante degli aspetti relativi alla sicurezza, colui/oro che pur avvertendo
il problema si sentono minoranza possono conformarsi alle scelte “sbagliate”
del gruppo. E’ poi noto che i viaggi di AnM attirano prevalentemente individui
“single” sia donne che uomini ed un fatto che genera spesso tensioni nel
gruppo è la composizione “quantitativamente squilibrata” tra i sessi.
Il prevalere dell’uno o dell’altro sesso (ma più spesso sono preponderanti
le donne) causa tensioni derivanti da gelosie o competitività. Non
è un caso che da molti anni il giornalino di AnM pubblica foto di
matrimoni o di figli nati in seguito a matrimoni tra partecipanti, questa
abile strategia
commerciale tende a catturare la fascia di mercato dei "single" sempre
più numerosa nella nostra società. Tuttavia, a differenza
di altre agenzie dichiaratamente per single, AnM non garantisce alcuna
parità numerica tra i sessi e iscrive le persone ai viaggi semplicemente
sulla base delle richieste che arrivano.
Volendo riepilogare i fattori d'interazione principale
dei viaggi di AnM abbiamo:
-
Aggregazione temporanea
-
Prevalenza numerica di un sesso
-
Aspettative difformi
-
Carenza di coesione strutturale
-
Diversità culturale
-
Mancanza di un leader ufficiale
-
Forti stress ambientali
La psicologia e la sociologia hanno studiato approfonditamente
i meccanismi ed in questa pagina ho proposto alcune riflessioni personali,
per chi volesse approfondire suggerisco un testo basilare "B.
Bertani, M. Manetti, L. Venini (1998), Psicologia dei gruppi, Angeli Milano"
Torino dicembre 2002 |