Gennaio 1992
Rientrati da due giorni in Italia, dopo aver partecipato al Ténéré-Aïr
del 25 dicembre, ci sentiamo in dovere di sottolineare che oltre alla grande
bellezza dei luoghi visitati siamo rimasti profondamente colpiti anche
dalle imperdonabili carenze organizzative.
Il Ténéré-Aïr è un raid impegnativo.
A bordo di tre fuoristrada, abbiamo attraversato: Agadez, Fachi, Bilma,
Chirfa, Djado, Iferouane e Timia. L'impegnativo programma ha evidenziato
non solo le difficoltà oggettive connesse a questo tipo di percorso
(lunghe ore trascorse in macchina, insabbiamenti da risolvere, tempeste
di sabbia che non ci hanno permesso di dormire la notte, ecc.), ma anche
l'incapacità del capogruppo Roberto Virgili. Incapacità che lo
rende assolutamente inadatto a coordinare questi tipi di viaggi.
Già all'inizio, il giorno dell'arrivo ad Agadez, che sarebbe dovuto servire
a preparare le casse viveri, la cucina, e soprattutto i mezzi, la sua totale
incompetenza ha causato dei problemi: le "casse viveri" erano in realtà
dei cartoni (materiale ridicolmente inadeguato per questi percorsi), uno
dei quali era già in pessime condizioni al momento del disimbarco
dall'aereo e lo zucchero era già sparso ovunque. Solo dopo molte
insistenze, siamo riusciti a convincere Virgili della necessità
di comprare tre casse di ferro per trasportare i viveri, e circa sei taniche
per l'acqua in quanto le auto ne erano sprovviste.
Quanto ai viveri forniti dall'organizzazione, non solo erano quantitativamente
insufficienti (sono terminati due giorni prima del rientro) ma anche assolutamente
inadeguati al tipo di alimentazione necessaria in un viaggio nel deserto.
È impensabile nutrirsi di maionese, cracker e salame
in mezzo a tempeste di sabbia: servivano invece un adeguato quantitativo
di zuppe di verdura liofilizzate, formaggi, riso, pane in casseta o di
segale da integrare poi con di alimenti freschi da acquistare prima della
partenza ad Agadez, dove invece sono stati acquistati solo alcuni kg di
arance. Arance risultate tra l'altro decisamente costose: mentre Virgili
(ed una sua amica partecipante al viaggio) le acquistavano al mercato
di Agadez, venivano inconsapevolmente derubati
della cassa comune che ammontava a circa L. 3.000.000 e che avevamo appena
istituto.
Un'altra mancanza dettata dall'incompetenza è stato non verificare
prima della partenza la pressione della bombola del gas, con la quale non
è stato possibile preparare i pasti. Abbiamo dovuto sopperire con
fuochi di legna. Il capogruppo di un raid impegnativo come il Ténéré-Aïr
dovrebbe essere almeno pratico di campeggio.
Ma la cosa più grave è stata il mancato controllo dei
tre fuoristrada. Siamo infatti stati costretti ad affrontare un percorso di 2.500 km (in uno dei deserti più
severi, lungo il quale non abbiamo quasi mai incontrato altri mezzi) senza pezzi di ricambio e
addirittura senza neppure una gomma di scorta quando ne servirebbero almeno due
per auto. Gli automezzi erano inoltre sprovvisti del cavo per il traino, avevano una sola pala
ed un solo paio di piastre per gli insabbiamenti.
È ovvio che per la riuscita e soprattutto per la sicurezza di
un viaggio nel deserto, un capogruppo competente è fondamentale.
Non certo uno sprovveduto qualsiasi. Più che sorpresi, ci ha fortemente
allarmati l'estrema superficialità mostrata alla partenza, che inspiegabilmente
è avvenuta il giorno stesso dell'arrivo ad Agadez ed in tutta fretta.
Questo ha impedito che i preparativi fossero predisposti a dovere influendo pesantemente
sulla sicurezza,
elemento obbligatorio per ogni viaggio nel deserto. Infatti, dopo soli
pochi Km, uno dei portapacchi ha ceduto per il sovraccarico causato dalla
frettolosa preparazione. Dopo 700 Km uno dei mezzi ha forato una gomma,
ma non c'era una ruota di scorta, e poi si è rotta la coppa dell'olio.
In un altro mezzo si è rotto il radiatore. Solo l'esperienza di
un paio di partecipanti che già avevano compiuto parecchi di questi
viaggi ha consentito di risolvere la difficile situazione.
Dobbiamo inoltre sottolineare l'incapacità del capogruppo ad
orientarsi, carta e bussola alla mano, lungo percorsi che non sempre sono
segnati da piste e balize. Si tratta di una mancanza molto grave. Da notare,
e ci rendiamo conto che può sembrare inverosimile, che le tre auto
erano state noleggiate solo poche ore prima del nostro arrivo da privati
cittadini nigerini e che i nostri autisti non conoscevano il percorso.
Di questo ci siamo resi conto quando, lasciato l'albero de Ténéré
uno di loro ha chiesto a noi conferma della direzione da seguire!!!!!!
Solo grazie al fatto che alcuni di noi avevano, come già detto,
esperienza di navigazione abbiamo potuto proseguire. (Il Virgili aveva
una carta con scala 4.000.000, praticamente una figurina Panini!)
Per la severità del percorso del Ténéré-Aïr,
l'incompetenza è un serio pericolo. Un pericolo non solo per la
riuscita del viaggio (che comunque vi è stato debitamente pagato),
ma per la sicurezza stessa dei partecipanti.
A. Grassi, R. Gatto