BANDITISMO IN NIGER

Un colpo alla nuca


di A. Pereira         


NIGER – gennaio 1998

Anziché maggio era gennaio, ma come nella Guerra di Piero di De André anche Franco Bellentani si accasciò senza un lamento, colpito alla testa da un colpo di fucile.

Insieme a quattro compagni di viaggio era a bordo di una jeep nel deserto del Ténéré in Niger, ma quel 9 gennaio 1998 fu un ironico destino che gli spezzò la vita: Franco era sempre stato particolarmente attento a programmare e pianificare i suoi viaggi, in modo particolare per gli aspetti che riguardano la sicurezza personale e prima di partire si era scrupolosamente informato sulla situazione sociale in Niger. Una tragica fatalità è quindi la responsabile di una tragedia che neanche l'attenta ricerca di informazioni di una persona molto prudente ha potuto evitare? Come vedremo non è così.

Da anni Franco e la sua compagna compivano viaggi fuori dall'Europa. Sempre per conto loro, senza partecipare a tour organizzati. Possono quindi considerarsi due viaggiatori esperti. Sono entrambi due persone molto attente e quando decidono di fare il loro primo viaggio in Africa scelgono di partecipare ad un tour organizzato, convinti che l'esperienza e la professionalità di un tour operator fornissero maggiori garanzie di sicurezza in un continente che è facile percepire come insidioso. Cominciano quindi a sfogliare cataloghi di varie agenzie e quando un'amica mostra loro quello di Viaggi nel Mondo, qui trovano una cosa che li colpisce: nelle pagine relative ai viaggi in Niger spicca il seguente riquadro (originale):


Il Sahara del Niger

I problemi tra la popolazione e le autorità
governative hanno trovato finalmente
una pacifica conclusione e il Niger riapre
integralmente al turismo offrendo al
viaggiatore il suo straordinario patrimonio di
bellezza: il deserto dei deserti, il Ténéré, i
monti dell'Air e il sahel abitato dai bororo.
Potremo ripercorrere le grandi piste del
Ténéré , raggiungere Fachi e l'ultima
Vera oasi abitata del Sahara, le saline di
Bilma, la misteriosa fortezza di Djado.



Il fatto che l'escursione sia organizzata da un'agenzia e lo specifico richiamo ad una situazione di particolare tranquillità della zona però, per Franco e la sua compagna non sono ancora sufficienti. Telefonano alla sede di Roma dell'agenzia per ulteriori chiarimenti, dove uno dei titolari li rassicura sulle condizioni di assoluta tranquillità della regione, che descrive come una meta priva di pericoli per i turisti .

Rassicurati, scelgono Viaggi nel Mondo come agenzia e il Niger come meta. Convinti di essersi affidati a mani esperte, alla fine di dicembre del '97 la coppia parte con altri turisti italiani. Arrivati in Niger, la comitiva inizia l'escursione a bordo di quattro jeep noleggiate dall'agenzia e guidate da indigeni. L'ultimo giorno però, la tragedia. A soli 70 km da Agadèz un paio di spari improvvisi: il primo colpo entra dal finestrino aperto a fianco dell'autista e infrange il vetro dell'altra portiera, un secondo colpo più in diagonale sfiora la testa di un passeggero e colpisce alla nuca il povero Bellentani uccidendolo all'istante. Il resto è una cronaca facilmente immaginabile: terrore, fuga precipitosa, sconforto per la vittima, il dolore della sua compagna a cui si aggiungerà quello dei famigliari, il tormento della burocrazia per il rimpatrio della salma. Infine le domande; gli innumerevoli dubbi della compagna che non sa accettare l'accaduto come una mera fatalità. Rientrata in Italia, la sua compagna, Franca Vinazzani, inizia un'insistente ricerca delle cause che possano spiegare una tragedia che appare così assurda. La ricerca ha in serbo delle risposte sorprendenti e che giustificano la presenza di questo caso in queste pagine Web.

Prima di esporre quanto scoperto in merito all'incidente, è necessario premettere che se dei turisti vengono rapinati mentre si aggirano in un quartiere malfamato di una metropoli, oppure rimangono coinvolti in un incidente stradale a bordo di un taxi, nessuno logicamente invoca una responsabilità dell'agenzia. Episodi simili sono purtroppo frequenti ma non sono attribuibili ad una eventuale irresponsabilità o mancanza di professionalità del tour operator e per questo non rientrano nella casistica illustrata da queste pagine. Il caso Bellentani però non è ascrivibile a una semplice fatalità.

Abbiamo visto come Franco e la sua compagna fossero tutt'altro che avventurieri o incoscienti; arrivarono perfino a voler parlare con il responsabile dell'agenzia per avere rassicurazioni sulla mancanza di pericoli, il quale li tranquillizzò sostenendo che l'area era assolutamente priva di rischi. Ma la situazione reale è però ben diversa. Dopo l'incidente, il console onorario a Niamey, Paolo Giglio, confida ai partecipanti che la zona dove si è verificato l'incidente è da considerarsi pericolosa. Un commento di circostanza formulato col senno di poi? Non proprio. Il 12 gennaio '98, tre giorni dopo la disgrazia, l'Unità di Crisi (Ministero Degli Esteri) dirama il seguente comunicato: (originale del fax in versione .jpg - 63 Kb)



MINISTERO DEGLI AFFARI ESTERI
Unità di Crisi

Roma, 12-1-98

Diretto a:  Presidenza del Consiglio – Dipartimento del Turismo
               ACI
               ASSOTOUR ASSOTRAVEL
               A.T.O.I.
               FIAVET
               e p.c. – Ambasciata d'Italia ABIDJAN

U R G E N T E

              OGGETTO: NIGER - situazione di sicurezza nel Paese

RIF.: Fax dell'Unità di crisi n. 1046 del 4-6-97

La tragica uccisione di un nostro connazionale avvenuta in Niger venerdì scorso, conferma l'elevato livello di rischio per i turisti occidentali in quel Paese.

L'assassinio del connazionale è avvenuto durante un viaggio organizzato con altri 15 italiani dall'Agenzia "Viaggi nel Mondo", ad Agadèz (centro carovaniero ai piedi del massiccio dell'Aïr) a nord est da Niamey.

Tale episodio fa rilevare che malgrado i comunicati ripetutamente diramati da questa Unità di Crisi relativi alla sicurezza dei nostri connazionali, alcuni tour operator continuano ad organizzare viaggi in Niger non attenendosi alle raccomandazioni ed ai suggerimenti di cui sopra.

Ciò premesso si prega di voler invitare le agenzie di viaggio a voler sospendere, almeno temporaneamente, i viaggi in Niger.

IL CAPO DELL'UNITÀ DI CRISI

Cons Mauro Marsili

 



Questo documento del Ministero degli Esteri parla espressamente di una situazione di pericolo e di comunicati ripetutamente diramati in cui si raccomandava alle agenzie di non inviare turisti in Niger. Quindi Viaggi nel Mondo doveva sapere che la situazione in Niger non era di "assoluta sicurezza" e che le informazioni con cui aveva rassicurato la famiglia Bellentani erano perciò false. Questo comunicato fa espresso riferimento ad uno suo precedente del 4-6-97 ossia di sei mesi anteriore alla partenza del gruppo; vediamolo (originale - 56 Kb):



MINISTERO DEGLI AFFARI ESTERI
Unità di Crisi

Roma, 4-6-97

Diretto a: Presidenza del Consiglio – Dipartimento del Turismo

[…] (Fax N° 7001992)

URGENTE

              OGGETTO: NIGER - SITUAZIONE SICUREZZA

Come già segnalato in precedenti comunicazioni, la situazione a Niamey attualmente non presenta problemi, anche se si segnalano spesso in città manifestazioni popolari e scioperi.

Permane tuttavia nel nord e nell'est del paese (zona che include Agadèz – ndr), tradizionali siti turistici del Niger, una situazione di rischio elevato causata dai continui conflitti tra Tuareg e banditi Toubou.

Si prega pertanto di informare le agenzie turistiche – ed in particolare "Nouvelles Frontieres" che gestisce la maggior parte del turismo in Niger – della predetta situazione, sconsigliando, per il momento, di organizzare viaggi al di fuori della capitale.

IL CAPO DELL'UNITÀ DI CRISI

Cons. Mauro Marsili




Questa segnalazione fu nuovamente diramata il 6 ottobre, ossia appena due mesi prima della partenza del gruppo. La disgrazia costata la vita allo sfortunato Bellentani, non fu quindi un episodio isolato e imprevedibile, tutt'altro. Le autorità competenti avevano debitamente provveduto a diffondere note che avvisavano del pericolo. È compito dei tour operator tenersi informati sulla situazione sociale dei vari Paesi, cosa oltremodo agevole grazie all'operato dell'Unità di Crisi.

I responsabili di Viaggi nel Mondo non sapevano o mentirono? Fuori da un'aula di tribunale la differenza è irrilevante. Abbiamo visto che l'opera di informazione compiuta dall'Unità di Crisi è stata puntuale e chiara; bastava leggerli quei brevi comunicati prima di cestinarli. Se i responsabili di VnM non erano informati sulla situazione in Niger, sarebbe l'ennesima conferma che non da professionisti è gestita l'agenzia ma da avidi cialtroni, degli irresponsabili che per non perdere un cliente non esitano a mentire con conseguenze tragiche. Se invece erano a conoscenza delle reali condizioni di pericolo, l'aver pubblicato quel menzognero comunicato sul loro catalogo e l'aver mentito al telefono sarebbero l'ennesima conferma dell'immoralità con cui esercitano questi pirati del turismo. Bellentani aveva espressamente chiesto informazioni per decidere se fare o no quel viaggio. A seguito di quei pericoli sui quali il Ministero degli Esteri continuava a diramare avvisi, Bellentani ha perso la vita dopo avere ricevuto rassicurazioni dai responsabili di Viaggi nel Mondo.

Fino a quando le autorità lasceranno che un'agenzia di viaggi che adotta questi sistemi continui a mandare ignari turisti allo sbaraglio?


Le solite menzogne
Anche in questo caso i responsabili dell'agenzia seguono la solita prassi: al giornalista che li intervista dichiarano che non sapevano e che le zone indicate a rischio erano altre. Confronto tra le loro dichiarazioni e i comunicati del Ministero. Con una sorpresa finale.



Le interpellanze parlamentari
Non è la prima volta che il Parlamento si interessa dei frequenti incidenti che capitano a clienti di AnM. Dopo l'interpellanza al governo presentata dal deputato di AN Enzo Fragalà nel 1994, in novembre del 1999 ne sono state presentate tre dal senatore dei DS Luciano guerzoni.