LE TESTIMONIANZE

Un capogruppo a caccia di sesso


pagina a cura di A. Pereira         


CUBA-LIVRE 1995 - IL CAPOGRUPPO E IL MESTIERE PIÙ ANTICO DEL MONDO

Sotterfugi, raggiri e vanterie di un capogruppo cacciatore di sesso.




Cuba si sa, offre una vacanza di sicuro interesse ai viaggiatori dai gusti più differenti. Per chi sogna spiagge immacolate, a chi è affascinato dall'architettura coloniale o chi apprezza il contatto con un popolo meravigliosamente gioioso e ospitale, questa travagliata isola caraibica è una meta obbligata. Una delle attrattive di maggior richiamo per la sua industria turistica però, è la ben nota abbondanza di giovani e avvenenti cubane che generosamente offrono ai turisti le loro grazie. Con pochi dollari, chiunque può assaporare l'ebbrezza di sentirsi un oggetto del desiderio: il più timido può ritrosamente lasciarsi corteggiare e l'imbranato finalmente rifarsi di anni di frustrazioni. Il tutto ingentilito dalla naturale dolcezza delle isolane che per pochi dollari diventano delle affettuose fidanzate dallo sguardo appassionato.

Senza entrare nel merito di uno spinoso problema, che investe aspetti di etica (quella dei maschietti), di diritti civili (delle femminucce), di sociologia e di economia politica, scrivo questa lettera per raccontare come lo spiccato interesse del capogruppo per il sesso a pagamento è stato causa di disagi per il resto dei partecipanti e di un marcato clima di tensione all'interno del gruppo.

Intendiamoci, la causa dei dissapori non è il frutto di bigotte e ipocrite condanne di lesa moralità, ma un ben più pratico risentimento quando si è scoperto che per tenere alto l'onore dell'italico maschio, il nostro eroe si è sbarazzato per alcune ore dell'intero gruppo con una menzogna, spedendolo verso una meta inesistente, lontana diversi chilometri.

Ecco i fatti. Con una temperatura costantemente sopra i 30 gradi, dopo un paio di giorni senza acqua nei rubinetti del nostro hotel, una doccia cominciava ad essere un argomento di conversazione molto dibattuto. Grazie però all'interessamento dell'intraprendente coordinatore di viaggio, arriva finalmente una notizia che richiama l'interesse generale: c'è un villaggio turistico che dispone di acqua e per pochi spiccioli consente di fare le desiderate abluzioni. Parte la caccia ai mezzi di trasporto e inizia il viaggio.

Però, com'è distante questo villaggio! Finalmente si arriva alla rinfrescante destinazione. Entriamo e spieghiamo che siamo lì per fare una doccia come da accordi. "Ma siete scemi?" avrebbe volentieri esclamato un perplesso responsabile della struttura turistica, ma l'educazione lo trattiene. Ovvio, trattandosi di un hotel e non di un bagno pubblico, non se ne parla neanche. Tuttavia, considerati i molti chilometri percorsi, l'origine non chiara del malinteso, le nostre insistenze e il carattere squisitamente ospitale dei cubani, si trova un compromesso e l'insolita richiesta viene soddisfatta.

A questo punto, ripulito il corpo e rinfrescata la mente, cominciano le domande: quale motivo avrà spinto il capogruppo a rifilarci questa panzana? Le illazioni assumono un tono boccaccesco quando ci si rende conto che di tutto il gruppo mancano solo lui e altri due maturi partecipanti. Ma la situazione precipita pericolosamente quando al ritorno si scopre che il capogruppo era stato avvisato che nel tardo pomeriggio, ossia durante il nostro viaggio alla ricerca di una doccia, nel nostro (bellissimo) hotel ci sarebbe stata finalmente l'acqua, e che il nostro viaggio era stato un espediente con cui il coordinatore si era sbarazzato del gruppo per soddisfare indisturbato le sue pulsioni libidinose.

Questo fu solo l'inizio di un clima di disagio che, tra indignati commenti sui sotterfugi e sulla discutibile moralità del maturo medico dietologo in calore, e più indulgenti considerazioni sul diritto al lavoro delle "animatrici turistiche", si sarebbe risolto agevolmente se solo il conquistador della Brianza non avesse tenuto un atteggiamento strafottente. Comportamento che non gli fu perdonato quando la quotidiana frequentazione di queste "operatrici" si caratterizzò per la sorprendente giovane età delle ragazze, in stridente contrasto alla non più verde età del nostro libertino estimatore dell'amore mercenario.

A questo punto la critica si fece indignazione e creò due schieramenti: da un lato il capogruppo e i due pensionati suoi compagni di pruriginose avventure, dall'altro il resto del gruppo sdegnato dal repentino abbassarsi dell'età delle chicas. La rottura definitiva avvenne quando, compiaciuto e arrogante per il suo charme irresistibile, uno dei tre compari - un vecchiardo dalla dentiera malferma - si vantava di avere ricompensato una timida ragazzina con il generoso dono di una sua maglietta usata. Tanto, non può certo andare alla polizia a sporgere denuncia!

L'immagine di questo lascivo sessantenne, fino allora distintosi per la miseria della sua personalità e per l'aspetto certamente poco seducente, che approfitta di una ragazzina affamata (forse minorenne) per soddisfare la sua repressa libidine fu ripugnante e provocò uno sdegno generalizzato. Il meschino vantarsi di non averla in pratica pagata, rese insanabile la spaccatura tra le due fazioni e trasformato il resto del viaggio in una forzata convivenza con persone apertamente percepite come spregevoli. Una vacanza in un luogo incantevole ed interessante si ridusse così in una quotidiana strategia della tensione.


   G. L.
giugno '99