NAUFRAGIO

I saggi i illuminano

 

di A. Pereira         




È triste constatare come i più capaci economisti, i più intelligenti politici e i migliori capi di stato, che in pochi giorni saprebbero magicamente risolvere i problemi della fame nel mondo, della disoccupazione, della guerra nei Balcani, ecc. siano già quotidianamente impegnati nelle attività di fornaio, idraulico…

(adagio popolare)




Era logico che un evento di così vasta eco suscitasse molti commenti ed infatti, fra le tante dimostrazioni di cordoglio e di solidarietà manifestate dopo il naufragio, si incontrano con frequenza anche lettere che evidenziano un sincero bisogno di capire e fare tesoro di un'esperienza tanto tragica. Sono queste le persone più portate al dialogo, inclini ad un confronto delle proprie esperienze con la realtà che ci circonda.

Una categoria a parte invece, è costituita dagli immancabili Sapienti, fortunati depositari dell'intero scibile umano, che esercitano senza risparmio la missione a cui il destino li ha chiamati: rischiarare con la loro saggezza l'impervio cammino dei comuni mortali. Saggezza tenacemente immune dal tarlo del dubbio.


Indice:





Il caporale frustrato

Il primo contributo proposto è la lettera di un capogruppo di Asti ai superstiti, il cui testo qui riportato è perfettamente fedele all'originale.



Ricevo la Tua lettera relativa alla convocazione di una riunione per i problemi inerenti i Viaggi con Avventure nel mnondo. Innanzitutto Vi sono molto vicino per
quanto riguarda la tragica avventura delle Filippine anche per aver perso un amico come Gigi che conoscevo da tempo,tutto il trambusto che si e' creato intorno alla Vs avventura a livello televisivo e giornalistico mi ha dato personalmente molto fastidio e dimostrato quanta ignoranza ci sia ancor oggi nel mondo giornalistico […]

Comunque,non  potendo partecipare direttamente alla riunione essendo impegnato nei preparativi di un nuovo viaggio mi sento comunque in dovere di precisare alcune cose:

1 come capogruppo di lunga data dell'Organizzazione di Avventure nel Mondo mi sento in dovere di partecipare a riunioni di questo tipo e di questa portata solo ed esclusivamente con la presenza dei cosidetti "capi" ossia Paolo e Vittorio. A loro devo la possibilita' di viaggiare come viaggio e ,se vogliamo, da loro dipendo per quanto riguarda l'organizzazione : mi sembra quindi ingiusto che si debba fare una riunione di quel tipo senza gli interessati.


Premessa: più realista del re, suscita perfino tenerezza questa sua timorosa ritrosia a partecipare ad un incontro senza la rassicurante presenza dei "capi" a cui fa voto di sudditanza (con uno spontaneo gesto di sottomissione, benché privata, la lettera fu inviata "Per Conoscenza" ad A.n.M.)

Tassonomia: ai fini della classificazione del soggetto nella categoria dei Sapienti, è diagnosticamente risolutiva l'ossessione, percepita come un dovere, di esprimere un parere ("mi sento comunque in dovere di precisare"). Il Sapiente "sente che è un dovere" esercitare il suo mandato di dispensatore di saggezza.

Teoretica: dopo uno sprezzante accenno alla fastidiosa corporazione dei giornalisti che viene condannata con un perentorio "ignoranti", il Sapiente sentenzia: "non è giusto fare una riunione di quel tipo senza gli interessati". Per comprendere quanto sia innovativo e rivoluzionario questo pensiero rispetto al sentire comune, è necessario fare un passo indietro. Ancor prima di essere invitati, ai "capi" Paolo e Vittorio era stato chiesto di organizzare, o almeno di aiutare ad organizzare, l'incontro in questione. Allibiti di fronte al netto rifiuto opposto, era stato loro chiesto di fornire se non altro gli indirizzi dei capigruppo per poterli contattare. Ancora un rifiuto. Infine, organizzato l'incontro, fu attivamente sollecitata la presenza del duo Paolo & Vittorio che però non risposero neppure. Chiarito quindi che di latitanza si trattava e non di esclusione, vediamo perché quanto afferma il saggio è uno sproposito: poiché Avventure nel Mondo è un'associazione, è evidente che gli interessati sono i suoi soci, e non i titolari della Viaggi nel Mondo s.r.l. Per fare un esempio pratico: se un'associazione di consumatori organizza un incontro sugli abusi assicurativi, in qualità di assicurato non sarà certo l'assenza del rappresentante delle compagnie assicurative a rendere inopportuno che io senta cos'hanno da dire. Sarà mio interesse conoscere le loro opinioni, sentite le quali potrò decidere in merito.

Fenomenologia: divertente è invece l'umiliante tributo di vassallaggio reso ai "capi" ("A loro devo la possibilità di viaggiare", "da loro dipendo"), tipico degli animali gregari più evoluti. Ma motivare il rifiuto a partecipare "a un incontro di questa portata a cui come capogruppo mi sento in dovere di intervenire" con quell'isterica giustificazione evocativa di una logica degli schieramenti, di aule giudiziarie, di dichiarazioni alla presenza dell'avvocato è sintomatico di una percezione quanto meno etilica della realtà.


2 non condivido alcune vostre idee sui viaggi per questo motivi;
    a) Avventure e' un'associazione culturale e si presume che l'aderente al viaggio partecipi a questo viaggio in quanto culturalmente interessato a cio' che vuole visitare, pertanto a mio avviso il partecipante deve e sottolineo deve documentarsi personalmente sul viaggio incluso anche il periodo se
favorevole o meno senza che il giornalino ne faccia cenno
( perche' non obbligato ) tutto cio' nella mia lunga militanza non e' mai avvenuto se non in casi sporadici e allora mi sono creato questo concetto: l'italiano non ha mai capito i presupposti di Avventure nel Mondo e mischia per ignoranza o per necessita' la stessa agenzia alle altre pretendendo che Avventure offra quanto le altre, in fin dei conti pensaci bene tu parti senza documentarti se il periodo e' favorevole o meno? E' come dire vado nel Sahara d'estate ,in Siberia d'inverno, senza preoccuparmi del perche', e' semplicemente assurdo e fuori luogo e se permetti l'agenzia lo indica lo stesso per coloro che hanno ferie solo in quel periodo e vogliono a tutti i costi fare quel viaggio
il conoscere comunque il clima e i rischi relativi per me e' sempre stata la prima cosa che ho fatto nei miei 22 viaggi

Esegesi: il nostro militante è veramente generoso, gli spunti meritevoli di una considerazione offerti in questo brano sono numerosi. Ma per non sparare sulla Croce Rossa toccheremo i due soli argomenti pertinenti al tema di questo sito. Il primo rilievo riguarda il documentarsi e l'informare. Non si capisce il motivo per cui una Associazione Culturale (in violazione della deontologia professionale) dovrebbe negare ai partecipanti le informazioni di cui dispone relative al viaggio che organizza. Se è culturale, le informazioni dovrebbero costituire la sua stessa ragion d'essere. E tralasciando anche il sorprendente imperativo rivolto al partecipante al viaggio "che deve e sottolineo deve documentarsi", veniamo all'aspetto più distorto del ragionamento: chi ha viaggiato con Avventure, sa che è pratica frequente ricevere una telefonata alcuni giorni prima della partenza in cui gli si comunica che il viaggio in Egitto a cui si era iscritto (e sul quale si era debitamente documentato nel timore di imbattersi in un capogruppo di Asti) non si fa. Può scegliere però se andare in Scozia o in Niger. A questo punto è chiaro che l'argomento "documentarsi" non regge, e diviene doveroso che l'agenzia non offra di andare "nel Sahara in estate o in Siberia in inverno" (o nelle Filippine durante la stagione monsonica, come capitato e due vittime del naufragio). Incomprensibile rimane poi il fatto che sia comunque lecito per l'associazione proporre viaggi nel Sahara in estate quando appena prima afferma che è "semplicemente assurdo" (e senza che l'agenzia abbia almeno il dovere morale di avvisare che è preferibile scegliere un'altra stagione). È lecito per una compagnia aerea volare in aree turisticamente proibitive, di certo non lo è che un'agenzia di viaggi vi conduca dei turisti; insulso che lo proponga un'associazione culturale che non deve seguire la logica del guadagno a tutti i costi.

Scatologia: avendo trascurato un'infinità di spunti interessanti, mi si conceda di sottolineare l'approfondita ricerca che il nostro ha fatto e che gli permette di pontificare su "l'ignoranza dell'italiano che non ha mai capito". Detto da lui è rassicurante. E comunque i giornalisti sono adesso in buona compagnia.

Diplomaticamente, il paragrafo precedente si chiudeva con un conciliante quanto modesto:


    Si incominci a capire queste cose e poi si puo' iniziare un discorso.

La fulminante comicità della frase è di tale bellezza da non richiedere alcun commento.


Per finire la perla più preziosa:


b) sulla base di quanto sopra citato ecco che il capogruppo si presenta sotto una forma diversa e che personalmente ho sempre interpretato cosi: essere molto ben preparato sul viaggio e conoscere a fondo,anche a mie spese, tutti gli aspetti compresi i trasporti, fidarmi con la dovuta cautela delle relazioni precedenti, richiedere al gruppo il loro consenso solo e esclusivamente in caso di eventuale pericolo o di spesa superiore alla media: sulla spesa occorre fare una precisazione […]
Come partecipanti dovreste mettervi in testa che il capogruppo non e' un professionista, non e' il ricettacolo di tutte le vs lamentele verso l'agenzia,non ha e per quel che mi riguarda non deve fare l'ufficio informazioni sui partecipanti per quanto riguarda via-via che il viaggio prosegue ma, ripeto, a mio avviso deve avere il loro assenso nei casi dove si presenta pericolo,forte rischio,eccessiva spesa rispetto al preventivato.

Distinti saluti


Ovvero: la madre degli imbecilli è sempre incinta. Già molti anni fa il grande Totò spiegava che il mondo si divide in uomini e caporali. Ferito nell'orgoglio dalla sottomissione ai "capi" a cui si è volontariamente assoggettato in cerca di protezione, eccolo pronto a sfogare la sua frustrazione quando assume l'inebriante dignità di Capogruppo. In queste righe sgrammaticate e libere dai vincoli della punteggiatura, la sua vendicativa filosofia da viaggio raggiunge la vetta del dosso e si fa minacciosa per i suoi futuri compagni di avventure. "Richiedere al gruppo il loro consenso solo e esclusivamente in caso di eventuale pericolo". È una dichiarazione che lascia sgomenti.

È questa la celebrata "Autogestione" costantemente ribadita nel giornalino di Avventure e chiave di volta dello "spirito della formula di Avventure"?

Ma soprattutto: quale divina investitura ha ricevuto per arrogarsi il diritto di decidere autonomamente dove stanno i pericoli?

Chi gli ha conferito il diritto (e il rischio) di assumersi d'imperio la responsabilità sulle sorti dell'intero gruppo?

E di quali superiori capacità è dotato per percepire da solo un potenziale pericolo?

Da come scrive viene il sospetto che da solo abbia difficoltà ad attraversare la strada. Tuttavia, questa mentalità incentivata dall'agenzia che nega ai partecipanti l'accesso alle relazioni dei viaggi precedenti e vede il capogruppo unico arbitro delle scelte collettive, è in stridente contrasto con l'immagine di un capogruppo totalmente deresponsabilizzato che l'agenzia cerca di accreditare sul giornalino.


SUL COORDINATORE

I nostri non sono viaggi organizzati con accompagnatori professionisti, ma viaggi in gruppo autogestiti con un coordinatore scelto tra gli stessi partecipanti che spesso non conosce il paese visitato, ha solo alle spalle un'esperienza di alcune partecipazioni a viaggi di Avventure nel Mondo, conosce un po' più degli altri e non sempre, la lingua e le abitudini locali. È uno che come voi viaggia per vacanza, per interesse per divertirsi.

[...]

E non dimenticate il coordinatore non è infallibile, è un partecipante come tutti gli altri e di tutti è un amico.

("Appassionatamente... ma", dal giornalino di A.n.M.)


Le stupidaggini di questo "caporale" frustrato, solerte megafono della propaganda avventurina, offrono però lo spunto per sottolineare due contraddizioni. Se da un lato è diffusa questa percezione "di far parte di un'organizzazione", se Avventure nel Mondo è romanticamente considerata un circolo di viaggiatori alternativi, dall'altra parte c'è la concreta realtà di una società di capitali, la Viaggi nel Mondo s.r.l, che pragmaticamente opera in termini economici, e ha creato l'associazione come canale distributivo dei suoi prodotti. Nonostante la riuscita scenografia fatta di raduni annuali, di "appassionatamente" e di "Veniteci a trovare, portate del buon vino", non è all'interesse dei soci che l'agenzia risponde del suo operato, ma alle leggi del profitto.

Seconda grave contraddizione è l'irrisolta figura del coordinatore, che sul giornalino l'agenzia presenta come un comune compagno di viaggio, ma al quale affida l'esclusiva delle relazioni dei viaggi precedenti. Coordinatore che è cardine della filosofia (giuridicamente liberatoria per l'agenzia) basata sull'autogestione, ma che è l'unico a conoscere le esperienze dei capigruppo precedenti che una legge non scritta ma tenacemente applicata vuole assolutamente segrete. Poiché l'autogestione è la risposta a qualsiasi contestazione, è incomprensibile che uno strumento importante come le relazioni di viaggio debbano essere di esclusiva proprietà del capogruppo. Le relazioni dei viaggi precedenti segnalavano ripetutamente che imbarcarsi da Tay Tay era molto pericoloso, ma dove documentarsi in Italia che è sconsigliabile affittare una barca in quello sperduto villaggio di poche decine di pescatori di un paese che dista migliaia di chilometri? Come immaginare che si transiterà proprio da quello sconosciuto insignificante borgo? Queste sono informazioni che è possibile incontrare solo nelle relazioni dei viaggi precedenti. Queste sono le contraddizioni irrisolte sulla figura del capogruppo e su quella chimera chiamata autogestione.

Per concludere una domanda rivolta ai capigruppo: quali conseguenze giuridiche avrebbe dovuto affrontare il povero Andrusiani se fosse sopravvissuto alla disgrazia? Quale aiuto morale, legale e soprattutto economico (una causa giudiziaria ha dei costi ingenti) gli avrebbe offerto la Viaggi nel Mondo s.r.l? Gli avrebbe forse pagato le spese legali? Ma certo, perché: "Caro amico, benvenuto nella grande famiglia di Avventure nel Mondo."





  IL GIORNO    30-8-91

   Va anche aggiunto (anche in questo caso per estrema correttezza) che lo stesso Spinelli, coordinatore dei capigruppo di Viaggi nel Mondo, ha fatto un'affermazione («visto che questa non è stagione di monsoni, non si può dire che sia stata un'imprudenza») che denuncia la sua ignoranza in materia. L'estate infatti (in particolare da maggio a ottobre) è la stagione dei monsoni, che soffiando dal mare, portano l'umidità […]
   Quindi agosto è nel pieno della stagione dei monsoni.







Licenza di violare la decenza

Il secondo petalo di questo malinconico florilegio ci viene offerto dalle pagine del giornalino di Avventure nel Mondo che nel n. 5/91 pubblica una lettera di cui per brevità sono riportati i punti fondamentali (qui il testo completo):

Spett.le

LA STAMPA
VIA Marenco, 32
10126 TORINO

Rubrica "Lettere al giornale"

E per copia ad Avvent. nel Mondo.


Egregi Signori,

[…]

Da oltre 15 anni viaggio con "Avventure nel Mondo" e posso dire che da sempre uno dei leit-motiv dell'organizzazione è stato l'invito all'autoselezione.

[…]

"Avventure nel Mondo" mette insieme dei gruppi di persone, garantisce di passaggi aerei, talvolta noleggia dei mezzi di trasporto, ma di lì in poi è il gruppo che si gestisce il viaggio. […] Segue un programma di massima, ma è il gruppo che giorno per giorno, decide che cosa fare. […]

Tutto questo è detto e ridetto nei programmi dell'associazione, e certo i partecipanti alla tragica gita a El Nido ne erano ben consapevoli: loro è stata la scelta di partecipare a quella gita, loro la scelta del mezzo e loro la decisione di utilizzare una sola barca anziché due.

Gianni Zucchino



Corollario: quando un Sapiente è assiso sul trono dell'onniscienza, ha facoltà di affermare apertamente ciò che la decenza proibisce. In sintesi, il Sig. Zucchino pone questa domanda retorica: "Ma chi cazzo glielo ha detto a questi di andare nelle Filippine?" Coloro che hanno già letto nelle pagine precedenti come si sono realmente svolti i fatti, non avranno difficoltà a riconoscere in questo sfortunato concittadino un triste esempio dell'umana imbecillità.





L'importanza di restare calmi

Giuseppe Pompili è un capogruppo di AnM che ama pontificare su it.hobby.viaggi. Il 28 ottobre del '99 Pompili pubblicava un messaggio contenente fra le altre cose anche i seguenti commenti su questo sito :



[…]
2) Diverso è il caso se a sputare giudizi sono le Agenzie di Viaggio,
spesso sotto mentite spoglie, o chi cerca surrettiziamente di
pubblicizzare un proprio sito o una propria iniziativa con i
mezzi della sterile denigrazione e del facile insulto.
Intendiamoci, ciascuno può farsi su Internet la reclam che meglio crede
come meglio e quando crede, ma se lo fa infamando gli altri, vedasi
"Disavventure nel Mondo": http://members.xoom.com/21qaz21jjjdr/link.htm
allora sorge il legittimo sospetto del conflitto di interessi, a voler
essere gentili, o di altri meno nobili e più torbidi interessi...
[….]
Chi ha seri
motivi di ritenersi danneggiato ha il diritto-dovere di rivolgersi
alle vie legali...ma non d'intraprendere una settaria missione
monomaniaca (l'unicità d'intenti, come è noto, è il marchio
di tutti i fanatici).
[…]
Giuseppe
pompilig@tin.it

(Message-ID: <7v999q$5ve$1@nslave1.tin.it>)

Il tono è apertamente offensivo: sono riportati unicamente insulti e nessun fatto che li giustifichi. Nel messaggio di Pompili si legge un intento denigratorio più associabile alla nevrosi di un animo esacerbato che alla capacità di giudizio, e nasce il sospetto che il nostro censore non abbia letto nemmeno una pagina di questo sito.

Data la natura di Usenet - sostanzialmente un luogo di discussione e di confronto delle idee - e consapevole di poter sbagliare, il giorno successivo invio una replica in cui tralasciando l'aspetto diffamatorio chiedo in quali miei scritti fossero ravvisabili le meschinità di cui mi accusa.



Sono parole pesanti.
Sputare giudizi, usare metodi surrettizi, essere un denigratore, avere l'insulto facile, avere torbidi scopi, essere un settario, un fanatico e un maniaco. Messe tutte insieme senza nemmeno un'argomentazione di supporto più che una critica vibrante o un'accesa polemica sono semplicemente delle sterili offese.

La discussione è un'arte affascinante che ha come obiettivo l'avvicinamento alla verità tramite un onesto confronto di ingegni. Ma la fuga dalla discussione porta ad azioni infantili e isteriche come l'insulto o, più semplicemente, a una crisi di nervi.

In questo NG ho mostrato di essere disponibile al confronto. Anche con chi mi ha offeso. Ma erano interventi che, al di là del termine offensivo sempre occasionale e per il quale qualcuno si è scusato, si incentravano su considerazioni e dati oggettivi su cui è possibile confrontarsi.

Proprio perché non voglio che tu soffra di una crisi di nervi, mi permetto di ricordare l'importanza di restare calmi e di valutare con serenità quello che si scrive.

Quando si conduce una polemica, è vantaggioso indicare dei fatti che giustifichino l'uso di termini infamanti. Sostenere che Tizio è un farabutto dopo aver specificato che abitualmente riempie di botte la moglie, è una giusta considerazione; affermare unicamente "Tizio è un farabutto" significa calunniare, e questo è un comportamento stupido.

Vediamo quindi di analizzare brevemente quanto hai scritto.

Mi accusi di avere l'insulto facile. Non porti però nemmeno un esempio. Allo stesso modo mi puoi accusare anche di essere il mostro di Firenze, ma saresti altrettanto ridicolo. Sarebbe più utile alla tua tesi (e anche più onesto) se tu indicassi questi miei frequenti insulti.

Sostieni che faccio della facile denigrazione. È un'accusa pesante. Se non provata si tratterebbe di una tua evidente diffamazione. Sarebbe perciò opportuno che tu indicassi quali fatti ho riportato in modo falso oppure ho travisato.

Secondo te io farei pubblicità al sito infamando gli altri. Anche questa è una grave accusa. Sempre se non vuoi essere tu a fare la figura del calunniatore, dovresti indicare i fatti non veri che ho usato nelle mie pubblicità.

Quando parli di "legittimo sospetto del conflitto di interessi, a voler essere gentili, o di altri meno nobili e più torbidi interessi... " ancora una volta fai delle accuse pesanti. Il fatto che sia la tua opinione non è sufficiente a dimostrarle vere. Dovresti quindi specificare:
  • cosa giustifica l'accusa di conflitto di interessi visto che il sito non fa pubblicità a un altro tour operator;
  • quale parte del mio sito rende questa accusa "legittima";
  • in cosa consistono questi 'torbidi interessi' a cui alludi e perché ne sarei responsabile. Se è una tua supposizione converrai che accusare qualcuno di un reato penale basandosi su malignità personali è un atteggiamento meschino da persona collerica.
Non bisogna mai diventare isterici, si finisce per sembrare ridicoli.

Infine mi definisci un fanatico settario monomaniacale. Qui non stai valutando il sito o l'operato del suo autore, ma ti permetti di denigrare sul piano personale una persona che non conosci; valutazione che ovviamente non ti compete.

A parte che offese tanto biliose andrebbero anche dimostrate, questo è
un doppio errore:
  • non servono a invalidare le critiche che rivolgo ad AnM; se ciò che scrivo nel mio sito è corretto resterebbero vere anche se io fossi un pluriomicida;
  • attaccandomi sul piano personale anziché sui fatti, dimostri un carattere infantilmente astioso, tratto caratteriale chiaramente inconciliabile con la serietà e l'autorevolezza. Per evitare che si pensi che sei un tale soggetto, faresti bene a indicare cosa nel mio sito giustifica l'uso di termini così infamanti.

Ricordo infine che nella home page del sito, oltre al guestbook dove ognuno può liberamente scrivere quello che vuole senza alcuna censura, c'è in bell'evidenza l'invito a inviare commenti che su richiesta verranno pubblicati. Lo stesso invito è stato ripetutamente offerto anche su questo ng. E a chi prima di te ha avanzato (in modo più civile) delle critiche ho mostrato che ciò che è pubblicato si basa su documenti. Se venissero riscontrate delle inesattezze o delle forzature avrei immediatamente rimediato. Posso aver scritto delle cose errate, ma ho dimostrato di essere disponibile al confronto (anche polemico).

Quindi se trovi sul sito delle falsità o qualcosa che mostri la mia disonestà, puoi scrivermi in privato o segnalarlo direttamente sul ng e sputtanarmi se questo ti rende felice. Se proprio sei in preda ad una tempesta ormonale, sarebbe comprensibile anche un tuo "Cialtrone hai scritto X e invece è Y". Offendere istericamente chi la pensa in modo diverso non ti rende attendibile, dà invece una pessima immagine di te e ti copre di ridicolo.

Sarei quindi lieto di dialogare anche con te e di ascoltare le tue critiche, purché contengano argomentazioni logiche basate su fatti e non miserevoli insulti. La gazzarra da osteria non mi appassionana.

(Message-ID: <38199a94.142882968@news.interbusiness.it>)

Nonostante i termini rispettosi e la disponibilità al dialogo della mia replica, forse per scortesia o forse per insipienza Pompili non ha risposto. È giusto però precisare che stava vivendo un momento di sconforto che l'aveva indotto ad abbandonare recriminando la frequentazione del newsgroup. Sempre il 28 ottobre sullo stesso newsgroup inviava un post in cui scriveva:


Alla luce di tutto quello che è successo oggi, mi rendo conto
di aver molto scritto a vanvera e di aver fatto la figura dello sciocco...
[…]
E' difficile comunicare e cercare sintonie tra chi dialoga su due o
più livelli, mescolando con disinvoltura vita pubblica e privata.
Ma quello che a me è sembrato più grave è che gli scambi avvengano,
almeno in parte, mescolando post privati e pubblici in un groviglio
incomprensibile ai più, forse di proposito...
Anche tu, Pietro, parli per enigmi e ti riferisci a fatti e precedenti
che condividi con poche (o molte) persone, con una ristretta cerchia
di amici che conosci per altra via, ma che tanti altri ignorano.
Non critico la legittimità di tutto ciò, bada bene, ma in tal modo
non è più possibile un serio confronto.
Certo, ci si può sempre limitare a postare qualche innocua relazione,
a volte un raccontino di viaggio, e perché no, dare qualche innocente
risposta. Ma tutto questo non mi è mai interessato molto...
Quello che mi ha spinto a scrivere su ihv è stata la speranza di
incontrare altre persone simili a me, dei viaggiatori inquieti e curiosi,
capaci di far progetti e in grado di produrre nuove idee...
Solo ora intuisco l'equivoco e afferro appieno la portata della mia
ingenuità. Perché, al di là delle apparenze, qui si parla di tutto
fuorché di viaggi e le amicizie già consolidate erigono steccati e
barriere al mondo esterno. Che cosa è mai l'APU se non un cenacolo
di snob che reinterpreta a suo modo l'eterna conventio ad excludendum?
Mi dispiace davvero apprenderlo per via indiretta, e solo grazie ad
un notevole sforzo di immaginazione. Ma così stanno le cose su ihv,
e di sicuro ho frainteso molto altro ancora...
Auguro a chi resta di continuare così, secondo le proprie possibilità,
ma ricordo a tutti, a costo di essere banale, che la vita e i viaggi e si
svolgono là fuori, nel vasto e ostile mondo, e non dietro a un nick
e un comodo terminale internet.
Adios y suerte
Con affetto, Giuseppe Pompili

(Message-ID: <7v9nq6$7ld$1@nslave1.tin.it>)


Pompili ha il complesso di Calimero, il pulcino piccolo e nero. Si sente escluso e ha deciso di dire addio a questo "mondo crudele" che a suo avviso non lo ricompensa con l'ammirazione pretesa dal suo egocentrismo. Non considerando che il newsgroup esisteva anche prima che cominciasse a frequentarlo, i riferimenti a fatti precedenti sono per lui "enigmi" che hanno il proposito di escluderlo, frustrando il suo tentativo di inserimento in "amicizie già consolidate" subito spregiativamente ridefinite un "cenacolo di snob". Dopo aver recriminato per l'immaginario torto subito, in chiusura di post Pompili non rinuncia all'astiosa soddisfazione di vendicarsi con uno sgarbo annunciando "a tutti" che solo lui ha compreso che "la vita e i viaggi si svolgono là fuori e non dietro a un comodo terminale internet".

Non potendola avere, ecco che l'uva prima desiderata è diventata acerba. Un comportamento ridicolmente infantile e patetico, che probabilmente spiega come le sue stupidaggini Pompili le abbia pubblicate in un momento di rancorosa amarezza.

Rimango in attesa che risoltasi la crisi di costipazione emotiva, dopo aver spiegato a tutti dove si trovano la vita e i viaggi, con animo meno esacerbato Pompili voglia pubblicamente dare le risposte che ancora mi deve.


"Quando il paziente soffre di una esacerbazione periodica,
 diminuire il nutrimento concesso prima della crisi.
"   (Ippocrate)