NAUFRAGIO

Una raccomandata a V. Kulczycki

 

pagina a cura di A. Pereira         


Fino a questo punto, tutte le lettere, i rapporti e le relazioni inviate ad Avventure dai 6 superstiti per la pubblicazione (e con l'esclusione di "Affinché non si ripeta", mai pubblicati), si caratterizzavano per il tono distaccato e propositivo, in quanto perseguivano unicamente il fine di una maggiore sicurezza per i futuri viaggiatori.

Allibiti dalla sfrontatezza di una menzogna affermata da Vittorio Kulczycki durante il dibattito che chiude il raduno annuale dell'associazione, menzogna rivelatrice di un comportamento oltremodo "criticabile", con una signorilità ad altri certamente sconosciuta, anziché svergognarlo in pubblico i 6 scelgono elegantemente di non controbattere, ma uno si incarica di scrivere una lettera personale (con preghiera di risposta) in cui ripercorre tutti gli eventi, evidenziando le falsità e le scelte "poco edificanti" dell'"onesto e imparziale" titolare dell'agenzia Viaggi nel Mondo S.r.l. La lettera riassume, in una rapida carrellata, tutto ciò che è necessario conoscere sul tragico incidente e sull'operato di chi nasconde le proprie responsabilità dietro il paravento di un'illusoria "Associazione culturale".

È superfluo specificare che, nonostante l'educazione lo richieda, la lettera non ha ricevuto alcuna risposta. Riteniamo a questo punto doveroso dare la possibilità anche agli altri associati di conoscere gli amari risvolti di questa tragica vicenda.

(Avvertenza: nel rispetto della memoria di una persona scomparsa, si è optato per l'omissione di alcuni passaggi che, sebbene importanti, gettano un'ombra sul suo operato.)





RACCOMANDATA A R


10 giugno 1992

Caro Vittorio,


sono reduce dal raduno di Busana dove ho assistito al dibattito che chiude l'incontro. Nella bagarre finale ho sentito un tuo "Non mi sono mai arrivate lettere indirizzate a me personalmente", quindi provvedo subito. Potrei smentirti ricordandoti di un fax inviato in data 8 novembre 1991 a cui non è seguita risposta, e un'altra lettera del 2 febbraio 1992 inviata a tutti i partecipanti del raduno di Modena e a te personalmente. Raduno a cui anche tu eri stato invitato.

Premetto che sto scrivendo al V. Kulczycki socio n° 1 dell'associazione Avventure nel Mondo, e che si ritiene il portavoce dell'associazione stessa, e non al V. Kulczycki contitolare dell'agenzia Viaggi nel Mondo S.r.l. Faccio questa precisazione poiché tu tendi a mescolare le cose e a confonderle secondo il tuo interesse e a sostegno dei tuoi punti di vista.

Sono rimasta veramente esterrefatta nel sentirti dichiarare davanti a tanta gente quanto tu sia stato vicino alle vittime degli incidenti e alle loro famiglie, quanto tu ti sia dato da fare per loro, e quanto tu abbia fatto, e nel constatare come stai cercando di passare per vittima tu stesso.

[…]

Avrei potuto sbugiardarti davanti a tutta la gente che c'era domenica, ma non è mia abitudine discutere di questioni personali con gente che non c'entra, e come hai potuto notare, nessuno di noi cinque (su sei) superstiti presenti si è permesso di intervenire sul nostro caso personale. Gli interventi in merito sono venuti tutti da gente che, d'accordo o no con noi, fin da subito ci ha manifestato solidarietà per quanto ci è accaduto.

Vedi Matteini, che non è neanche venuto all'incontro di Modena, ma ci ha aperto casa sua per ospitare gente a dormire e ci ha invitato a cena dopo la riunione, e ancora ha detto la sua a Busana. Vedi Vasta, che si è espresso con parole molto belle. A loro va il mio più caldo ringraziamento.
 

Vorrei farti un breve elenco delle falsità da te affermate:

  • A Manila né tu né Paolo vi siete fatti sentire. Non dirmi che eri in ferie, perché i telefoni si trovano ovunque (Austria compresa). Ci hanno telefonato da tutto il mondo, solo voi non vi siete fatti sentire. Ringrazio Carla (se ricordo bene il nome) del vostro ufficio che si è interessata sulle nostre condizioni.

  • All'aeroporto, al nostro arrivo, c'erano tutti meno che voi. Lo stesso vale per quelli che sono rientrati dalla Namibia, che addirittura sono sbarcati a Roma e avevano lasciato quattro feriti di cui due gravissimi all'ospedale di Windoek.

  • È vero che al ritorno ci siamo sentiti. Abbiamo chiacchierato su quanto accaduto, e ti avevo dimostrato completa disponibilità e apertura. Ed è anche vero che non hai fatto altro che parlare di autogestione senza preoccuparti del resto. Ma l'ultima telefonata risale a settembre. *** ha riportato la frattura di sei costole, è stato malato ed ha sofferto molto. *** ha dovuto essere operato ad una gamba. ***, che non era a Busana, è ancora allucinato. *** ha dei grossi disturbi psichici ed è da mesi in psicoterapia. Nessuno di voi si è interessato alle nostre condizioni di salute. Nell'incidente della Namibia una ragazza ha riportato la frattura della colonna vertebrale, è completamente paralizzata ed è tornata dalla Germania, dove era ricoverata da settembre, solo il 6-6-92. Tutto a carico della famiglia. (Per risparmiare, anziché dei fuoristrada in Namibia A.n.M. noleggia dei normali pulmini non assicurati per gli incidenti su strade sterrate, ma in Namibia le strade asfaltate sono appena l' 1% della viabilità – N.d.R.) Nessuno si è interessato alle sue condizioni. *** coinvolta nell'incidente in Kenya, non si è ancora rimessa dalle fratture riportate. Stesso completo disinteresse da parte vostra.

  • Molte delle famiglie delle vittime non hanno ricevuto alcun messaggio da parte vostra, se non quella circolare sulle assicurazioni che di personale non aveva nulla. Forse telefonare era duro, non ti do torto, ma due righe scritte a mano avrebbero sicuramente fatto piacere a quelle famiglie i cui figli erano da anni vostri clienti affezionati e partecipavano attivamente alla vita associativa dell'organizzazione. Anche da questo vi distinguete dai vari "Francorosso". Loro, che certamente non si mascherano dietro gli "appassionatamente" e alla "associazione" sono molto più attenti e sensibili quando i loro clienti hanno dei guai di questo genere. O devo pensare che gli incidenti sono così numerosi che dovrebbe esserci una persona addetta solamente alle "pubbliche relazioni incidenti"? Le famiglie ***, ***, ***, ***, ***, ***, con cui sono costantemente in contatto, hanno molto sofferto per questo completo disinteresse da parte di quell'organizzazione di cui i loro cari erano entusiasti sostenitori. Da anni.

  • Nel vostro ricordo delle vittime sul giornalino vi siete dimenticati di noi sei sopravvissuti. È vero che siamo vivi […], ma è anche vero che la nostra storia si differenzia da quella dei nostri compagni solamente per gli ultimi istanti, quando loro purtroppo sono morti e noi ci siamo trovati miracolosamente vivi. Niente e nessuno ci aveva dato la certezza della salvezza, che ci è venuta solo quando, dopo aver vagato nella giungla scalzi, feriti, stravolti e in grave stato di shock, abbiamo incontrato la prima persona (erano trascorse otto ore dalla morte dei nostri compagni, e venti ore dal naufragio). Solo Padre Cazzaniga, […], ha avuto parole per noi sei. Tu, che ti ritieni il portavoce dell'associazione, oltre che il censore, non hai mai espresso nemmeno una parola di solidarietà umana nei nostri confronti, che, in aggiunta a ciò che abbiamo vissuto, abbiamo perso persone che ci erano molto care.

  • Non vi siete mossi per la ricerca delle salme che mancavano. Al ritorno abbiamo usato tutti i mezzi per denunciare il disinteresse delle autorità filippine e italiane a Manila. I genitori delle vittime sono per la maggior parte persone anziane e sprovvedute, i padri di *** e di *** sono stati colpiti da infarto, le mamme di *** e di *** sono ultra settantenni e vedove. La famiglia di *** è stata colpita da un altro grave lutto proprio in quei giorni. Sicuramente il vostro intervento diretto avrebbe sortito qualche effetto e non vi sarebbe costato molto (e certamente una sottoscrizione tra soci avrebbe avuto un buon esito). Roberto Bottoni, capogruppo del primo gruppo recatosi sul posto dopo di noi, già a gennaio vi aveva informato della possibilità che 3 o 4 corpi fossero sepolti a El Nido. Anche qui nessun movimento significativo. Un telegramma inviato a Novembre 1991 dall'ambasciata di Manila e diretto a: Ministero degli Interni, degli Esteri, di Grazia e Giustizia, INTERPOL, Procure di Milano, Pavia, Forlì, Varese, Pistoia e Torino informava di questi ritrovamenti. Coma l'abbiamo saputo noi dovevate esserne a conoscenza anche voi. Non mi soffermo sul fatto che nessuno di questi organismi pubblici si sia premurato di informare le famiglie dei dispersi, ma di come, dopo quanto riferito da Bottoni, non vi siate dati da fare per verificare la fondatezza di queste informazioni, come invece abbiamo fatto noi, anche in considerazione del fatto che l'assicurazione non paga se non c'è il cadavere e bisogna attendere la morte presunta.
    […]
    Se per te era "così duro" informarti presso le famiglie, avresti potuto chiedere a noi, o all'ambasciata, o all'assicurazione.
    […]
    La famiglia di *** sepolto il 6 giugno 1992, ha dovuto provvedere di tasca propria all'acquisto della bara, perché l'assicurazione forniva solamente una "cassetta" trattandosi di resti e non di un corpo. Come se non avesse il diritto di fare un funerale dignitoso. Un vostro telegramma non sarebbe stato accolto male.
    Non sto dicendo che dovevi farlo, potrebbe anche essere che siano cose che non ti interessano, ma almeno abbi l'onestà morale di non affermare davanti a 200 persone che: "Sono stato vicino alle famiglie e ho fatto tutto il possibile".

  • Sempre Roberto Bottoni, al suo rientro (gen-92) ci e vi ha detto che Rebecca Gordon di Pangalusian non era ancora stata rimborsata per i due aerei privati che ci ha messo a disposizione per arrivare a Manila. Notizia nuovamente confermata dall'inviato della famiglia Macchi ad Aprile 92. Sicuramente il rimborso è a carico della Europ Assistance ma un vostro interessamento non avrebbe fatto male, anche in considerazione del fatto che avete probabilmente incamerato i 16 ritorni non utilizzati sulla tratta Puerto Princeza-Manila e i 9 ritorni Manila-Francoforte / Francoforte-Italia dei nostri compagni morti. Ti informo che, a parte il sollecito da noi ripetutamente inoltrato a Rebecca Gordon per farci dire quanto ha speso in moda da mandarglieli noi e chiudere la storia, anche il gruppo "Galiena" che era stato ospite a Pangalusian nei giorni precedenti il nostro incidente, si è detto disponibile a concorrere alle spese nel caso avessimo avuto delle difficoltà. Da parte tua era invece sufficiente una telefonata alla Europ Assistance.

  • Le famiglie delle vittime identificate non hanno ancora visto un soldo dell'assicurazione. Sicuramente i rimborsi richiedono tempo, ma forse non è corretto da parte loro continuare a sbagliare nel redigere documenti, o dire alla Sig.ra *** che non è possibile liquidare la somma giacché la figlia risulta dispersa quando è sepolta nel cimitero di Forlì dal 16-9-91. Le assicurazioni non saranno di vostra competenza, ma suppongo che vista la mole di lavoro un certo potere contrattuale lo abbiate. Ti rammento inoltre che non esiste solo la figlia di Andrusiani, da voi innalzata al ruolo di eroina, ma ci sono anche i ragazzi ***, coetanei di Giorgia, che hanno perso padre e madre nell'incidente, e versano in gravissime difficoltà economiche a cui ultimamente si è aggiunto anche lo sfratto. (Giorgia Andrusiani, figlia del capogruppo deceduto nel naufragio, fu strumentalmente elevata al rango di "martire-mascotte" di A.n.M. dopo che scrisse una rancorosa e offensiva lettera contro i 6 superstiti, che Avventure si affrettò a pubblicare – N.d.R.). Esiste la Sig.ra ***, madre di *** che ha più di 70 anni, è vedova e la figlia la manteneva. Anche lei versa in gravi difficoltà finanziarie.

  • Infine hai usato uno strumento dell'associazione (il giornalino di Avventure nel Mondo) a uso e consumo degli interessi dell'agenzia di tua proprietà (Viaggi nel Mondo S.r.l.), censurando ogni tipo di dibattito o di informazione sugli aspetti della nostra vicenda. Cosa che avrebbe interessato i soci. Interesse manifestatoci dalle numerose lettere e telefonate ricevute.


Non sto affermando che ti devi far carico di tutti i problemi emersi da questa vicenda, ma per piacere NON FARE LA VITTIMA E NON DIRE CHE TI SEI DATO DA FARE PERCHÉ È UNA MESCHINA FALSITÀ.

«Tutto il possibile» l'hai fatto sicuramente da subito per far cadere nel dimenticatoio l'intera storia. Non hai ritenuto opportuno promuovere un incontro con i coordinatori, non hai pubblicato lettere in merito a quanto da noi scritto e che potessero favorire un dibattito dei soci (e se affermi che non ne sono arrivate sei falso, perché ne ho ricevute alcune inviatemi in copia), hai proseguito con la linea del farci passare per idioti e contraddittori (e ho ricevuto telefonate, anche da persone che ti sono state molto vicine in passato, che avevano individuato immediatamente il tuo gioco sporco) pubblicando sul 6/91 la mia risposta a Panorama. Risposta relativa ad un articolo inesatto e rivolta a un certo tipo di lettori. La lettera inviata al giornalino aveva ben altro contenuto ed era rivolta a un altro tipo di utenza. Pubblicandole insieme e di seguito hai cercato di farmi passare per contraddittoria e confusionaria, ma il "giochetto" era evidente e chi ha perso la faccia sei tu. Un po' come quando, molto maldestramente, hai cercato di negare che ti fosse arrivata la lettera dei cg presenti a Modena inviatati da Antonio Guarnaccia.

Molto più corretto (se hai una vaga idea del significato di questa parola), sarebbe stato pubblicare l'intero articolo di Panorama e la mia risposta. Ma allora come ora si trattava di salvaguardare i tuoi interessi di bottega, e non di essere obiettivi.

Un capitolo a sé merita la pubblicazione della lettera di Giorgia Andrusiani sul 2/92. Come dici tu, "non entro nel merito" di quello che ha scritto, ho già provveduto direttamente con lei, così come hanno fatto i miei compagni e almeno tre famiglie delle vittime. Ma tu che ti ergi a censore e "non vuoi ferire la sensibilità della gente pubblicando il racconto" sulla notte del naufragio [Cronaca di una tragedia – N.d.R.), (racconto che tra l'altro è stato inviato alle famiglie che me ne hanno fatto richiesta) avresti dovuto, vista la tua età e la tua esperienza, cercare di farle capire che mettendo in dubbio e in ridicolo le nostre affermazioni di dolore, angoscia e sofferenza, stava mettendo pubblicamente in ridicolo ANCHE il DOLORE, l'ANGOSCIA, la SOFFERENZA e l'AGONIA di SUO PADRE e delle altre otto persone che laggiù sono morte, comprese quelle a cui lei si dice tanto legata.

Forse queste cose una ragazzina di diciotto anni, distrutta per la perdita del padre, non e riuscita nella sua irruenza a capirle. Ma tu avresti sicuramente dovuto farlo, e la lettera di Giorgia avrebbe potuto mantenere il suo contenuto centrale e fondamentale senza però offendere la dignità della morte di nove persone e delle loro famiglie.

Sappi che le famiglie con cui siamo in contatto ci hanno invitato per prime a una ricerca di verità, e ci hanno sostenuto da subito nel nostro sforzo di chiarezza. E hanno condannato il tuo comportamento con molta fermezza. Non solo le famiglie delle vittime (e mi riferisco a Bonechi, Cane, Rattazzo, Cabodi, Marcesini e Nai), ma anche tanti vostri capigruppo e soci si sono detti schifati.

Tu che affermi che pubblicando la nostra lettera (Affinché non si ripeta più – N.d.R.) hai fatto più male che bene, ma essendo una persona "onesta e imparziale" l'hai fatto ugualmente, ti sei posto il problema delle altre famiglie nel leggere le affermazioni di Giorgia? Non ci sono solo gli Andrusiani, ricordalo. E ricorda che per quanto Giorgia possa essere convinta della validità delle sue parole, lei con noi non c'era. Ha scritto una lettera che, a parte il rispetto dovutole in quanto figlia di una delle vittime, nulla ha di diverso da tutto quel ciarpame apparso sui giornali al nostro rientro, che lei stessa condanna nella sua prima lettera pubblicata sul 5/91 « [...] E' inutile improvvisarci giudici di qualcosa che non si è vissuto direttamente ed è impossibile farlo se ne siamo completamente all'esterno...». Perché comunque la giri lei non c'era, non c'era durante il viaggio, non c'era quando gli altri parlavano, non c'era quando gli altri morivano.

E tu ancora una volta hai usato per i tuoi interessi di bottega il mezzo dell'Associazione, arrivando a strumentalizzare il dolore di una ragazzina, per dire: Vedete, anche la figlia di una delle vittime pensa che questi 6 sono dei POVERI SCEMI, […] anche LEI è dalla NOSTRA PARTE. Quando noi, dalla parte di questo modo di viaggiare, ci siamo schierati da sempre, e le nostre proposte, e tutto quello che abbiamo fatto fino ad ora è andato a TUO vantaggio e a vantaggio dei tuoi clienti. Ma sai che sei l'unico a non essersene accorto? Ma non hai visto a Busana quanto bisogno di chiarezza esiste tra i tuoi collaboratori? Che loro fanno veramente di tutto per essere messi in grado di operare al meglio?

Mi dispiace che tra le tante cose dette a Busana non sia uscito un "Quale sarebbe la vostra posizione nel caso un capogruppo sia inquisito?". Questa domanda l'avevo sulla punta della lingua, ma proprio perché sono una persona corretta ho sperato fino all'ultimo che ci arrivassero da soli. Dalle vostre chiacchiere è emerso solo il fatto che il partecipante firma un mandato, che loro non hanno responsabilità ecc., ma pensi che un giudice si fermi a questo? E nel caso un partecipante decida di fare causa, chi paga le spese legali al capogruppo? E voi lo sosterreste? O non verrebbero piuttosto fuori i soliti «lungi da noi» e «non entro nel merito» che ti piacciono tanto? E quante volte dalle tue parole è uscito un «siate prudenti»?

Hai continuato a pontificare su grandi avventure africane, ma gli incidenti più gravi sono successi su itinerari BATTUTISSIMI, quegli stessi itinerari a cui anche un neofita si avvicina senza timori, quei viaggi a cui i partecipanti e i capigruppo si avvicinano con più rilassamento.

[…]

Ti abbiamo mai chiesto niente? L'unica cosa che ti abbiamo richiesto è stata cooperazione affinché i viaggi, senza essere snaturati nelle loro prerogative essenziali, possano essere più sicuri e il più piacevole possibile. E NOI, dai TUOI viaggi, non ricaviamo alcun guadagno. Te la stai tanto a menare sugli itinerari nuovi aperti quest'anno, su quanto sei bravo, eccezionale ed eterno (riferimento ad una frase contenuta nella "circolare ai capigruppo/92" - N.d.R.), continui nel tuo delirio e non ti accorgi che nessuno ti ha chiesto di rinunciare agli itinerari più difficili e affascinanti, nessuno ti ha chiesto di stravolgere la formula dei viaggi, nessuno ti ha chiesto nient'altro che non sia: PIÙ INFORMAZIONE, PIÙ SICUREZZA quando è possibile, più AUTOGESTIONE. Ti riempi la bocca con questa parola, "autogestione", quando solamente quest'anno hai dovuto dire, e a denti stretti, che le relazioni di viaggio vanno mostrate (ma solo in certi casi) al partecipante che le richieda e fino ad ora hai sempre detto chiaramente di fare il contrario. E da nessuna parte scrivi chiaramente che le relazioni vanno mostrate, lasciando al capogruppo la responsabilità di decidere. "Autogestione", quando al partecipante non dai informazioni precise e dettagliate sul viaggio che va ad intraprendere, ma che si deve in teoria autogestire. Quanto tu stesso scrivi, e mi pare inutile ricordartelo, "NOI VI GARANTIAMO UNA ACCURATA DOCUMENTAZIONE E PREPARAZIONE DELL'ITINERARIO E I MEZZI INDISPENSABILI A REALIZZARLO".

Parli di autogestione e poi inviti i tuoi capigruppo che osano "alzare la cresta" con richieste più che realizzabili ad « [...] avere l'umiltà [...] e la forza di scomparire dall'associazione, perché le vostre preoccupazioni, i vostri suggerimenti hanno un sapore settario e corporativista.» (Circolare ai capigruppo/92).

Ti ricordi della "Associazione" solo quando ti servono articoli e foto per la redazione del giornalino, che altro non è che pubblicità per la TUA agenzia di viaggio. Ti ricordi dell'associazione quando si devono organizzare proiezioni e incontri (altra pubblicità ai tuoi viaggi), ti ricordi dell'associazione quando hai bisogno di gente che lavori volontariamente per la realizzazione delle guide vissute che mandi in libreria, (e che io, socia dal 1981, non ho mai ricevuto, saranno sempre disguidi postali?) così come sono in vendita nelle edicole i giornalini di A.n.M. Ma ti dimentichi dell'associazione quando i tuoi clienti hanno delle rimostranze da fare. O delle cose che ti piacciono poco.

Dici ancora: «I dialoghi sono pagine e pagine di corrispondenze, di encomi, di reclami, di scontri e di dibattiti su temi importanti come il problema dell'Apartheid, la conservazione della natura ecc.» (Circolare ai capigruppo/92).Ma il dibattito sulla sicurezza, che coinvolge molto più da vicino e molto più nello specifico i soci che fine ha fatto? Che fine hanno fatto le 2 lettere di Manfredini, quelle di Cremonesi e tutte le altre che avrete sicuramente ricevuto?

E hai anche la faccia tosta di dire che esiste un direttore responsabile (leggi Vittorio Kulczycki) una redazione (leggi Paolo Nugari, Vittorio Kulczycki e Christine Angela, tua moglie) che "vagliano attentamente" il materiale da pubblicare. Ti rifiuti di pubblicare una lettera alla cui stesura hanno contribuito 29 tuoi capigruppo, tra cui persone conosciutissime e molto apprezzate perché a tuo parere questa lettera «NON CONTIENE NIENTE DI NUOVO»; sei certo che questo sia un "vagliare"?

[…]

Ti spertichi in lodi a chi «bussa timidamente alla nostra porta e vedono in un semplice Cicladi al sacco il trampolino ...», quando sai perfettamente che solo un veterano è in grado, proprio per la sua esperienza, di vedere e valutare meglio i rischi degli itinerari e sopperire alle vostre facilonerie.

A proposito dei contatti pre-viaggio su cui ti sei tanto scaldato a Busana, voglio informarti che degli 8 capigruppo con cui ho viaggiato fino ad ora, solamente Facinelli, Righes e Stronati mi hanno telefonato prima di partire. Lo stesso Gigi è stato contattato da me, e non viceversa. E io ero la prima che si è iscritta al suo viaggio, non l'ultimo aggregato. Una mia amica che si voleva iscrivere a luglio, ha provato innumerevoli volte a mettersi in contatto con lui per saperne di più sul viaggio e sull'itinerario. A causa del suo lavoro di camionista Gigi era sempre in giro, e all'ennesima telefonata a vuoto ha chiesto di lasciare il numero e di farsi richiamare, e le è stato risposto che lui non chiama mai.


Apprezzo le modifiche che sono uscite sul nuovo giornalino, non sono il massimo della vita ma un piccolo sforzo è stato fatto. Ma, ahinoi, avete tralasciato di informare i partecipanti al viaggio delle Sulu, che presenta caratteristiche simili al "Filippine" che ho fatto io, che ci sono barche da prendere. Nel viaggio della Sonda, da me fatto nel 88, parlate di "brevi navigazioni" quando noi, che non abbiamo fatto niente di più di chi ci aveva preceduto, abbiamo passato dieci giorni e sette notti in barca. Per le Filippine continuate a proporre, nel periodo estivo, l'imbarco a Tay Tay per raggiungere Pangalusian e El Nido, quando esistono collegamenti aerei sia da Manila che da Puerto Princesa.

Mandi la gente con volo di linea prenotato (e quindi vincolante) a Puerto Princesa quando sai che il 90% dei gruppi delle Filippine finisce il viaggio sbracati sulle spiagge dell'arcipelago Bacuit, e non alla scoperta del sud di Palawan, unica giustificazione all'arrivo a P.to Princesa invece che direttamente a El Nido. Sai che il tempo a disposizione del Filippine classico (3 settimane) non e' sufficiente a coprire l'intero itinerario proposto (Luzon, Mindoro, Palawan), salvo viaggiare alla "giapponese". Costringi la gente a P.to Princesa e relativo spostamento a nord e imbarco pericoloso (soprattutto in estate) quando molto più corretto sarebbe fornire il volo di linea su P.to Princ. solamente a quei capigruppo che fanno espressa richiesta di visitare il sud di Palawan.
Sai, e se sei un professionista lo sai, che visitare il fiume e le grotte sotterranee vicino Port Barton non è possibile nel periodo delle piogge perché c'è l'acqua alta. Ma nonostante questo continui a proporlo negli itinerari estivi (2/92). Questo per restare in tema di viaggi che conosco e di natanti.

Ancora più grave non informate i partecipanti ai viaggi in aree colpite da gravi disordini interni o dalla guerriglia. Il "Sulu" di V. Lippi 91 è stato scortato da guardie armate per quasi tutta la durata del viaggio. Il gruppo Carpi del viaggio di Natale è stato assalito a mitragliate dai Tuareg. Noi stessi al nord di Luzon abbiamo trovato situazioni di grande tensione e gente armata fino ai denti e i villaggi Kalinga, che sono il punto clou dell'area Ifugao, non si possono raggiungere per questioni di sicurezza. Situazione già riscontrata dal gruppo Filauro del NATALE 90. E se anche lui non l'avesse riportato nelle relazioni, se sei un professionista DEVI TENERTI INFORMATO.

Srinagar è ancora in stato d'assedio, con alberghi requisiti e coprifuoco. Timor, in cui mi sono trovata mio malgrado e grazie ai tuoi passaggi aerei della serie "faccio il giro del mondo per andare a Vienna" è a ferro e fuoco. Per non parlare di tutti quei posti, che i media hanno dimenticato, dove esistono situazioni interne esplosive e dove voi proponete itinerari.

Ora non dico di NON andare lì, dico solo che la gente deve essere informata, e poi deciderà di conseguenza. E non mi venire a dire che NON LO SAI, perché se sei un PROFESSIONISTA nel tuo lavoro devi conoscere le caratteristiche dei luoghi dove mandi la gente, gente che ti permette di GUADAGNARE.

E non mi venire a dire, come Garavelli, che A.n.M. è un'associazione culturale e i partecipanti hanno il dovere di informarsi. Perché io l'assegno per il viaggio lo mando a Viaggi nel Mondo S.r.l., e non ad A.n.M. Resta il fatto che se la gente avesse disponibilità, voglia e tempo per programmarsi un viaggio, organizzarselo ecc. non si rivolgerebbe a un'agenzia, ma si gestirebbe la cosa da sola. Se si rivolge a te è perché pensa di acquistare anche la vostre esperienza ("NOI VI GARANTIAMO UNA ACCURATA DOCUMENTAZIONE E PREPARAZIONE DELL'ITINERARIO E I MEZZI INDISPENSABILI A REALIZZARLO").

Aspetti che qualche gruppo venga ucciso sparato prima di dare queste informazioni? Guarda che io non mi sto lamentando perché l'albergo era sporco o perché il capogruppo non mi ha dato il bacio della buona notte, e non sbattermi sotto i tuoi trafiletti e condizioni di partecipazione. Io sto contestando la tua affermazione "NOI VI GARANTIAMO UNA ACCURATA ecc." che tanto accurata non è.


Per finire, alcune curiosità:

  • Come mai, io che da almeno due anni ricevevo regolarmente il materiale riservato ai capigruppo (schede scelta viaggi, circolari, pacchi di giornalini ecc.) IMPROVVISAMENTE dopo l'incidente non ho più ricevuto niente? Neanche un'informazione di cancellazione.

  • Come mai sulle suddette documentazioni risultava la mia iscrizione fino al 12/99 e non mi e' arrivato più neanche il giornalino dei partecipanti?

  • Come mai, nonostante abbia preso parte al viaggio di agosto, il mio nome è stato cancellato "d'ufficio" dai vostri indirizzari, quando gente che non ha MAI pagato la quota d'iscrizione riceve regolarmente il vostro materiale? Ennesimo disguido postale?

In conclusione vorrei solo consigliarti di fare un bell'esame di coscienza, sia come iscritto n° 1 di A.n.M., sia come contitolare della Viaggi nel Mondo S.r.l., sia e soprattutto come persona. Forse la tua coscienza è rimasta in qualche paese esotico, o più probabilmente impigliata in un deposito bancario.


Gli "appassionatamente" te li lascio tutti, e mi limito a salutarti.



Lettera firmata



Per conoscenza: Vasta, Matteini, Onfiani, Facinelli, Gandolfo, Traverso, Cirillo, Bottoni, Guarnaccia, C. Moro. Inoltre alle famiglie delle vittime del "FILIPPINE SPECIAL 91" e ai superstiti.

Allo scritto è doveroso e corretto rispondere per iscritto.